lunedì 25 agosto 2014

L'altra Toscana: dalle Apuane alla Maremma



I grandi avvenimenti vanno festeggiati a dovere, e il terzo compleanno della mia splendida figlioccia era l'occasione giusta per brindare con un paio di bottiglie della Toscana "minore", quella che di rado finisce sui giornali ma che è capace comunque di regalare splendide bottiglie. Di seguito qualche rapida nota di degustazione.

Vermentino bianco Vigne Basse 2013 Colli di Luni DOC, Azienda Agricola Terenzuola: la bottiglia sembra quasi parlarti della Lunigiana, terra di spiriti anarchici e indipendenti, di gente che nelle osterie di fine '800 si riuniva davanti a un bicchiere per preparare la rivolta contro il potere costituito. E allora l'acidità sferzante ti scalcia in bocca, e la spiccata sapidità ti ricorda il Mar Tirreno, il mare della mia vita, mentre i freschi agrumi e le erbe aromatiche che inebriano delicatamente il naso hanno un che di noto e rassicurante, come le Apuane a proteggerti le spalle. Un vino dal corpo non particolarmente importante, da abbinare ad un piatto a tendenza dolce e grassa, ad esempio a base di crostacei, in modo che sapidità e acidità possano trovare il giusto contraltare. Per i più curiosi, della stessa azienda si segnala un Vermentino nero molto interessante, che conferma la vocazione autoctona della Lunigiana. 

Canaiolo Provenzano 2011, Azienda Agricola Marciano: rosso scarico, questo canaiolo in purezza si mostra un po' chiuso al naso, ed incapace di aprirsi anche sostando nel bicchiere, con la frutta rossa, la viola e alcuni tocchi di cacao che restano così oppressi nelle retrovie; sarà un caso, ma il marchio "biologico" pare associato di frequente ad uno spettro olfattivo non particolarmente pulito. La bocca è morbida, il tannino appena percettibile, vino dalla beva facile, fresco e  di medio corpo. Quella che conduce alla riscoperta dei vitigni autoctoni resta tuttavia una strada interessante da percorrere, capace di segnare in modo netto la specificità della realtà vinicola italiana.


Poggio alla Guardia Rocca di Frassinello 2010: ricco, pieno, intenso, esuberante nella sua media finezza, fra prugne, ribes, cacao e sensazioni balsamiche tipiche del cabernet sauvignon coltivato in zone calde, il vino è morbido, giustamente tannico, fresco, di corpo. L'ambizioso progetto Panerai- Rotschild si esprime anche attraverso questo vino "base", con il classico taglio bordolese che viene "toscanizzato" sostituendo il sangiovese al cabernet franc. E se questa è la terza etichetta della casa, toccherà sacrificarsi e andare a caccia delle altre due...


Nessun commento:

Posta un commento