Si parte da casa mia, avevamo detto qualche tempo fa. Ecco allora che ieri sera ho assaggiato fra amici una delle più note riserve di Vernaccia di San Gimignano, quella prodotta dai Fratelli Vagnoni in quel di Pancole. La Vernaccia di San Gimignano mostra spesso ottime capacità di invecchiamento, in questo caso tuttavia non andiamo molto indietro con gli anni, la bottiglia è infatti una annata 2010. Il colore - coi suoi riflessi dorati - parla subito di un vino vivo ed importante. Al naso il legno sembra bene integrato: si avvertono una nota intensa di nocciola e la vaniglia della barrique, mentre un richiamo di banana rimanda al probabile utilizzo di chardonnay nell'uvaggio, sebbene l'etichetta parli di sola vernaccia. Si avvertono anche note minerali di pietra focaia, per uno spettro olfattivo che si presenta in definitiva ricco e complesso. Scaldandosi, il naso perderà parte della propria eleganza, ed emergeranno note floreali ed agrumate inizialmente sopite. In bocca il vino è di corpo, morbido, caldo, di buona sapidità e freschezza, equilibrato e persistente. In retrolfattiva domina la mandorla amara e vengono confermate le sensazioni olfattive, su tutte quella di vaniglia. Infelice il pigro ed improvvisato abbinamento con la mia pizza margherita, nettamente sovrastata da una bottiglia che ha comunque una certa importanza.
Il San Gimignano Vin Santo Fattoria S.Donato 2007 (max. 20% di vernaccia da disciplinare) si presenta invece molto intenso al naso, mediamente fine, con note prevalenti di miele e confettura di albicocche. La morbidezza avvolgente del vino fatica ad essere bilanciata dalle parti dure, e una sensazione di affaticante dolcezza impressiona la bocca. Quanto all' "abbinamento" col kilo di gelato spazzolato in cinque minuti lì di fianco, consentitemi di stendere un simpatico quanto pietoso velo...
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